Eurofishmarket ha svolto una disamina sullo stato dell’arte relativamente alla disciplina della pesca del polpo grazie alla preziosissima collaborazione di Gilberto Ferrari, direttore di Federcoopesca (alleanza delle cooperative italiane) e del dott. Alessandro Lucchetti ricercatore CNR-IRBIM.
A fine 2019 il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali aveva approvato un nuovo decreto recante “Disposizioni in materia di pesca del polpo (Octopus vulgaris), mediante l’impiego di trappole in materiale plastico e/o PVC” protocollato come n° 0013129; tuttavia l’insorgere pressoché immediato di numerose polemiche sulla scelta di aumentare il numero di queste trappole in materiale plastico ne bloccò subito l’iter di emanazione, comportandone di fatto l’archiviazione prima ancora della sua adozione. Ricordiamo tra l’altro che poche settimane prima, precisamente il 24 ottobre, la Camera dei deputati aveva approvato il disegno di legge “SalvaMare”, consegnando al Senato un disegno di legge con il quale il governo intendeva rafforzare la difesa del mare dal fenomeno del cosiddetto “marine litter”.
In quelle ore a ridosso di San Silvestro si scatenò una pioggia di critiche soprattutto da parte di chi sosteneva che esistesse una “Lobby del polpo” capace di condizionare le Istituzioni al punto di quintuplicare il numero massimo di trappole (in materiale plastico o pvc) che ogni imbarcazione autorizzata all’esercizio professionale della pesca può detenere a bordo con il rischio di creare danni irreparabili all’ambiente e alla risorsa oltre ad interferire con altre attività di pesca.
Qual è lo stato dell’arte della pesca del polpo e quali sono o, meglio, potrebbero essere le novità relativamente alla stessa?
Le risposte di Gilberto Ferrari e del Dott. Alessandro Lucchetti sono riportate in questo numero della rivista di Eurofishmarket.