Il trailer del programma “Indovina chi viene a cena” su RAI 3 del 27/03/2017 aveva anticipato dei contenuti poco rassicuranti riguardo il salmone in generale ma nella puntata, purtroppo, è stata superata ogni soglia di allarmismo ingiustificato e privo di concrete basi scientifiche. Eurofishmarket aveva già visto e commentato diverse immagini video ed affermazioni riutilizzate anche nel servizio in questione che ha, sostanzialmente, fatto un collage di tutto il peggio sull’argomento provando a distruggere, in soli 20 minuti, migliaia di esiti di analisi e ricerche prodotte da enti istituzionali e autorità di controllo ufficiale norvegese, italiano, ecc.
Citiamo solo le indagini ufficiali poiché, da questo tipo di servizio, sembra che le aziende di produzione siano tutte poco serie e dunque poco attendibili per pareri, gestione del piano di autocontrollo e prodotti finiti. Facciamo fatica a comprendere l’accanimento contro uno dei prodotti ittici più controllati al mondo, prodotto per la gran parte da uno dei Paesi più all’avanguardia sull’acquacoltura, sulla normativa di questo settore, sul benessere dei prodotti ittici e sulla ricerca.
Stiamo parlando in particolare della Norvegia che ogni anno, a differenza di numerosi Paesi sempre produttori di pesce di allevamento, investe milioni di euro nelle attività suddette. Ha un Ministero della Pesca (non esiste in Europa una realtà similare). Ha una serie di enti di controllo e di ricerca istituzionale che producono e pubblicano migliaia di dati (il NIFES- Istituto nazionale per la nutrizione e la ricerca ittica, l’autorità norvegese per la sicurezza alimentare, l’ICES – Consiglio Internazionale per l’esplorazione del Mare, l’IMR- Istituto per la ricerca Marina, ecc).
Nel servizio si è parlato dei milioni di euro di fatturato che sviluppa il settore dell’acquacoltura ma non dei milioni di euro che vengono investiti nella ricerca e nello sviluppo di questo settore. Se il salmone allevato è “pericoloso” allora quale specie ittica di allevamento possiamo mangiare? Come vengono nutriti e gestiti gli altri prodotti di acquacoltura? Se le più recenti indagini di mercato, enti ed esperti del settore dicono che il prodotto di acquacoltura è il prodotto del futuro per approvvigionamento, sostenibilità, sicurezza, freschezza a quale acquacoltura bisogna fare riferimento? E di chi deve fidarsi il consumatore in questo far west dove la televisione pubblica invece di informare disinforma e disorienta denunciando una “confusione europea” piuttosto che una “Commissione Europea”?
Con il “taglia e cuci” del servizio sul salmone “Indovina chi viene a cena” ha “denunciato” una totale presunta inaffidabilità di tutti i servizi di riferimento e di controllo ufficiale a tutti i livelli dalla Commissione Europea, che acconsentirebbe al commercio di salmone potenzialmente pericoloso sul territorio europeo, al Governo norvegese che “nasconderebbe” ricerche esclusive ed “acconsentirebbe” ad una produzione fuori ogni standard dal benessere animale alla sicurezza igienico sanitario del prodotto finito. Sempre vittima o complice di questo siffatto sistema anche il Servizio Sanitario nazionale e tutte le altre Autorità competenti (NAS, Capitanerie di Porto, Istituto Repressioni e Frodi, ecc) che ne escono con le ossa rotte, a detta del servizio, “mute come pesci” sulla commercializzazione e sul consumo di un prodotto così rischioso per il consumatore. E che dire delle Grandi Catene della Distribuzione Organizzata dove viene commercializzato oltre il 70 % del salmone? E dei ristoratori italiani? Tutti una manica di truffatori o di incompetenti?
Da anni Eurofishmarket sensibilizza tutti i protagonisti della filiera a rispondere e fare sentire la propria voce, a non restare muti come pesci dopo servizi di questo tipo. E’ chiaro che non è semplice ribattere ad un programma che ormai è andato in onda in prima serata sulla terza rete ma è anche vero che è possibile segnalare ed indicare alla RAI tutti i motivi per cui occorre che presti maggiore attenzione ai contenuti dei programmi che mette in onda e che verifichi le fonti e la loro autorevolezza e la loro attualità. Con tutto il bisogno che hanno le persone di essere più informate per fare una spesa consapevole questo tipo di servizi non fanno bene perché disorientano e fanno perdere completamente la fiducia nel sistema. Stando a questo programma in particolare non si può mangiare pesce di allevamento, soprattutto salmone ma neppure pesce delle nostre acque dolci e neppure pesce selvaggio nostrano poiché il Mediterraneo “e’ uno dei mari più inquinati”. I protagonisti principali del programma sono stati ecologisti, rappresentanti di associazioni ambientaliste e ricercatori di enti di ricerca (per lo più incaricati di progetti di ricerca a breve termine). Rispettando il ruolo e la professionalità di ciascuna di queste figure va comunque detto che non sono stati intervistati professionisti competenti sulle tematiche trattate per il salmone soprattutto in merito alle questioni igienico sanitarie. Per competenti si intendono quei tecnici che hanno un curriculum alle spalle atto a giustificare la loro competenza sulla materia trattata (percorso formativo, pubblicazioni, ricerca ed esperienza di anni sulla materia). Anche l’affermazione dell’ecologista che ha esemplificato la densità degli allevamenti invitando gli ascoltatori ad immaginare 6 salmoni in una “vasca da bagno” è molto discutibile considerando che la normativa norvegese impone, unica nel suo genere, reti con il 97,5% di acqua ed il 2,5% di pesce.
Anche la valenza dell’analisi dei “ben” 3 campioni di salmone per etossichina prelevati dalla redazione in commercio in Italia è ricca di spunti di discussione.
Così come è contro la raccomandazione dell’autorevole ANSES (Agenzia francese per l’alimentazione, ambiente, salute e sicurezza sul lavoro) lo sconsigliare il consumo del salmone alle donne in gravidanza per tutte le sostanze chimiche potenzialmente in esso contenute e dunque potenzialmente pericolose per il feto.
Nella speranza che la RAI possa in futuro garantire meglio i propri telespettatori da presunti allarmismi indichiamo in allegato a tutti gli interessati un po’ di fonti referenziate utili a ricercare i dati relativi a quanto trattato nel programma ed invitiamo anche la redazione di “Indovina chi viene a cena” a documentarsi in merito restando a disposizione per un confronto costruttivo e non distruttivo su un settore importante come quello dell’acquacoltura.
Contaminanti ambientali nel salmone
Donne in gravidanza e salmone:
Segnaliamo il dossier di Altroconsumo n.309 di dicembre 2016