Parlando di sostenibilità, Eurofishmarket, all’interno del progetto europeo “LIFE Muscles” è stata invitata lo scorso 28 giugno al press tour organizzato da Legambiente tra i vivai della Cooperativa Mitilicoltori Associati di La Spezia che riunisce 86 operatori della mitilicoltura, nei pressi della diga foranea a Portovenere ed alla Palmaria, dove stanno sostituendo le retine (o calze) in plastica con quelle biodegradabili e compostabili realizzando un impianto di riciclo mobile, montato su un container a disposizione dei mitilicoltori che potranno trattare fino a 300 Kg di calze usate al giorno.
Una giornata molto interessante e densa di incontri in quanto oltre la visita dei vivai dove tra l’altro è stato possibile assistere ad un prelievo delle retine dall’allevamento e ad un campionamento delle microplastiche è seguito un seminario con alcuni tra i partner del progetto tra i quali la Cooperativa Mitilicoltori Associati, Legambiente, Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA), Università di Siena, Università di Bologna e Novamont che hanno descritto e raccontato le attività in corso, le azioni e gli obiettivi del progetto.
La plastica nel settore ittico
Attualmente, il settore ittico, dipende ancora in modo particolare dalla plastica (attrezzature per la pesca e l’acquacoltura, cassette per il pesce, imballaggi, ecc.) in quanto i materiali plastici sono ideali per l’uso in un ambiente acquatico ed in particolare quello marino in cui resistenza all’abrasione e alla corrosione che aumenta la longevità e l’affidabilità delle attrezzature. Polietilene, polipropilene, polistirene, nylon, poliuretano sono i materiali polimerici maggiormente utilizzati. Ma sono materiali che, se dispersi nell’ambiente, necessitano di centinaia di anni per mineralizzarsi. Anche negli allevamenti di mitili, tra gli strumenti fondamentali di questa produzione, troviamo proprio le retine – o calze – in polipropilene (PP) che divengono tra i rifiuti più presenti nei mari del nostro Paese.
Si tratta di molluschicoltura sostenibile?
Riprendendo alcuni dei dati presentanti da Legambiente (Fonte Fao) durante il seminario, ogni anno, in Italia, si producono circa 80.000 ton. di cozze e per produrle si consumano almeno 800 tonnellate di retine (20 gr/metro lineare). Per produrre 1 kg di cozze si utilizzano circa 0.5 metri di rete con una produzione annua di circa 33.000 km (circa un giro del mondo). Il costo delle retine è pari a circa 4 Cent/metro ossia 2.6 M€/anno mentre il costo di smaltimento, quando si riesce a trovare un operatore disposto a riceverle, è pari a circa 30 Cent/kg. Durante il cambio delle calze una parte consistente viene “dispersa” in mare. Secondo i monitoraggi eseguiti da Legambiente (Goletta verde), nel 43% delle spiagge italiane monitorate le “calze” usate per la mitilicoltura sono fra i rifiuti spiaggiati più frequenti, soprattutto in prossimità degli impianti con una dispersione annua che si attesta tra 7,88 e 9,45 tonnellate (Dati del progetto internazionale di cooperazione transfrontaliera De Fish Gear, focalizzato in Italia nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio). I tempi di degradazione dei materiali polimerici utilizzati (PP e PE) sono superiori ai 200 anni. L’uso di biopolimeri accorcia i tempi di degradazione ma il problema dell’impatto sull’ambiente rimane (almeno fino al compimento della completa degradazione).
Quali soluzioni per la plastica in molluschicoltura
Recupero e riciclaggio delle retine potrebbero essere davvero una nuova filiera circolare per l’acquacoltura? È possibile la transizione verso un modello economico circolare per il settore della mitilicoltura? LIFE MUSCLES è un progetto europeo che ha come principale obiettivo la riduzione dell’impatto provocato dalla dispersione nell’ambiente marino delle retine utilizzate negli allevamenti di mitili trasformando la mitilicoltura in una pratica più sostenibile e virtuosa, introducendo tra gli allevatori di cozze un modello di filiera circolare necessario per la salute dei nostri mari e l’economia del settore.
Il progetto “Life Muscles” in sintesi
Cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma LIFE, LIFE MUSCLES prevede la realizzazione di un impianto di riciclo montato su container per essere trasportato nelle aree di produzione, che potrà trattare 300 kg di retine in polipropilene al giorno. I materiali polimerici recuperati e riciclati saranno riutilizzati per fare nuove retine. Parallelamente sarà sviluppato un processo per realizzare retine con biopolimeri (BP) biodegradabili e compostabili per sostituire il polipropilene. Il progetto prevede inoltre azioni di sensibilizzazione e comunicazione rivolte ai mitilicoltori, agli operatori del settore e ai consumatori in merito alla sostenibilità del processo produttivo. Le aree pilota in cui si concentrano le azioni di LIFE MUSCLES sono due tra le zone italiane dove è più diffusa la mitilicoltura: il nord del Gargano e il golfo di La Spezia. La promozione delle buone pratiche che verranno sperimentate in Puglia e Liguria, sarà poi rivolta ai mitilicoltori di altri territori italiani ed europei.
Un modello circolare che potrebbe far risparmiare
Per riciclare è necessario rimuovere la parte organica adesa sulla superficie delle retine dismesse, grazie ad un trattamento che prevede, tra l’altro, l’ossidazione le stesse con acido nitrico.
Da un primo esame costi benefici emerso dagli studi del progetto, nella peggiore delle ipotesi, il costo attuale dello smaltimento delle retine esauste risulta maggiore del costo del trattamento applicato e il ricavo della vendita del polipropilene recuperato è maggiore del costo delle nuove retine e dunque grazie al trattamento e al modello economico circolare applicato il risparmio sarebbe di circa il 50% (1.3 M€/anno, senza considerare il risparmio dovuto ai costi di smaltimento, 30 cent/kg).
Sarà dunque importante ai fini del progetto e del modello proposto, oltre che promuovere la transizione verso un modello economico circolare per il settore della mitilicoltura attraverso il recupero e il riciclaggio di calze in polipropilene (PP) utilizzate per l’allevamento di cozze e riducendo la diffusione del rifiuto grazie all’attività di raccolta e riciclo anche quello di aumentare la sostenibilità del settore grazie alla sostituzione delle calze in PP con quelle in biopolimero (BP) biodegradabile e compostabile, dimostrando la fattibilità del loro riciclaggio meccanico e organico.
Eurofishmarket continuerà a seguire gli sviluppi di questo interessante progetto raccogliendo dati e testimonianze da parte dei partner coinvolti in prima linea nello stesso.