Ti sei perso il numero 36 del magazine di Eurofishmarket?

Cosa vedremo in questo articolo

Qual è il legame tra il granchio blu e il cambiamento climatico? E tra le alghe o il “pesce non pesce” e la sostenibilità? Scopritelo leggendo il numero 36 di Eurofishmarket, che contiene un dossier approfondito su una delle emergenze più rilevanti per il settore ittico nazionale, in particolare per la venericoltura: il Callinectes sapidus. E’ possibile scaricare l’intero magazine o i singoli articoli.

I danni provocati dall’invasione di questo crostaceo alloctono nelle acque italiane, soprattutto lagunari, sono ormai tristemente noti. In questo numero, considerata la diffusione di numerose fake news su questa specie e le relative criticità e opportunità, offriremo un’analisi il più possibile oggettiva, grazie al contributo di esperti del settore. Al momento sembra che abbiamo commesso un errore… E in futuro, se continueremo così, potremmo non trovare più né granchi blu né vongole veraci, cozze e altri molluschi.

Il dossier sul granchio blu

Si è parlato molto di questo granchio e dei suoi molteplici usi, soprattutto culinari, con interventi di personaggi famosi e non da tutta Italia. Di solito, quando aumenta la popolarità di qualcosa, cresce anche il suo valore di mercato. Perché allora oltre 3.000 produttori (o meglio raccoglitori) di granchio blu in Italia si trovano oggi in difficoltà economiche? Può essere sostenibile un’attività in cui chi è alla base della filiera deve svendere il prodotto, perché chi lo acquista gli fa un favore a non addebitargli anche i costi di smaltimento?

Inoltre, considerando che la maggior parte della produzione italiana di granchio blu non ha una dimensione adatta alla distribuzione sul mercato, molti dei nostri negozi e ristoranti sono già pieni di granchio blu africano. Questo non è un’ingiustizia, ma semplicemente una legge di mercato. Quindi, nonostante sembri che l’emergenza granchio sia stata risolta, in realtà il settore della venericoltura è in crisi nera.


Per evitare questa ed altre emergenze, sarà sempre più importante monitorare i cambiamenti climatici e promuovere nel settore della pesca e dell’acquacoltura produzioni sostenibili e rispettose delle risorse e dell’ambiente. Non dimentichiamo che la nostra produzione nazionale di cozza di Scardovari DOP è sempre più a rischio a causa della siccità degli ultimi anni.

I prodotti plant-based

In tema di sostenibilità, è essenziale chiarire a tutta la filiera, acquirenti finali inclusi, cosa si intende per prodotto ittico sostenibile. Ne abbiamo già discusso nei numeri precedenti e continueremo a farlo vista l’importanza del tema. Ad esempio, i prodotti sostitutivi a base vegetale (plant-based) sono sempre più presenti nei supermercati e negozi, sia nazionali che esteri. I consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità, vengono indirizzati verso questi prodotti “green” pubblicizzati come più sostenibili.

Ma è davvero così? È corretta l’equazione “prodotti ittici plant-based” uguale “prodotti ittici più sostenibili”? Con il collega Cesare Paolucci abbiamo condotto una ricerca bibliografica importante per offrirvi un primo quadro su questo argomento attuale e dibattuto. Un altro tema legato alla sostenibilità è il benessere animale nel settore ittico, che per il nostro periodico resta di centrale importanza. A tal proposito, in questo numero troverete un’intervista alla dott.ssa Pirollo, alla quale chiediamo se è possibile misurare il benessere dei pesci.

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